Una breve definizione di autismo secondo la comunità scientifica
L’autismo viene definito come un ritardo evolutivo specifico nell’acquisizione di una Teoria della mente (Leslie e Frith 1986;Leslie, Thaiss 1992;Baron-Cohen 1995) che può colpire punti diversi della sequenza evolutiva. Parliamo infatti di diverse forme di autismo a cui corrispondono profili cognitivi diversi e un’ampia eterogeneità di sintomi (Tager-Flusberg 2004).
Oggi è riconosciuto a livello internazionale che l’autismo ha origini dall’interazione di disfunzioni tra fattori biologici e genetici e non è quindi causato da conflitti psicodinamici tra la madre e il bambino (Bettelheim 1967) che può incidere sul disturbo ma non procurarlo.
L’autismo è un disturbo di tipo neurocognitivo ( Frith, Morton e Leslie, 1991;American Psychiatric Association, 2000). Questa definizione diventa elemento fondamentale per la comprensione e la definizione dei comportamenti autistici e di conseguenza per il progetto riabilitativo in quanto ci dà l’opportunità di intervenire con programmi mirati al miglioramento delle abilità comunicative e sociali progettati secondo un’ottica cognitiva.
Se vuoi saperne di più leggi l’approfondimento scientifico Che cos’è l’autismo: i nostri modelli di riferimento