I sostenitori dell’ipotesi di una disfunzione dei meccanismi di simulazione motoria attivati dai neuroni specchio alla base dei disturbi della sindrome autistica affermano che…

tale disfunzione è dovuta ad un disordine di comunicazione tra le aree cerebrali e che il meccanismo responsabile di tali connessioni è “solo inceppato e non rotto per sempre” (cit. Rizzolatti). Questo suggerisce che possiamo metterlo nella condizione di operare!

La riabilitazione orientata all’attivazione del sistema specchio è prevalentemente utilizzata in neuroriabilitazione (Buccino, 2006; Braun, Beurskens et al., 2006; Sharma, Pomeroyet al., 2006; Gaggioli, Morganti et al., 2004) e sostenuta da ausili tecnologici all’avanguardia come la robotica, la realtà virtuale immersiva con risultati più che incoraggianti.

Tra le tecnologie utili allo sviluppo delle abilità sociali abbiamo individuato strumenti come i videogames, i software per gli apprendimenti e altro materiale, ognuno dei quali potenziale ausilio di supporto per il raggiungimento degli obiettivi via via rilevati. Avevamo però bisogno di un ausilio che fosse parte integrante di un percorso orientato allo sviluppo delle abilità sociali e che, come i videogames agisse direttamente sull’emotività. E il nostro pensiero è naturalmente scivolato verso il cinema e la storica scena dell’avanzare del treno (Lumière, 1896) che spaventò gli spettatori dando loro la sensazione che stava per schiacciarli.


E’ su questi presupposti che sono nati i software Lula, incentrati sull’animazione e parte integrante dell’intervento I.E.M.

I software prevedono attività:

  • in ascolto,
  • in comprensione,
  • in interazione
  • brevi sequenze narrative.

Azione e supporti informatici al centro dell’intervento I.E.M.L’ipotesi riabilitativa

La nostra ipotesi riabilitativa è che il sistema specchio possa essere stimolato attraverso la visione/imitazione delle azioni e delle emozioni umane e di conseguenza favorire la simulazione e la loro comprensione/condivisione. Tale allenamento viene proposto con il supporto di ausili informatici specifici LULA PER TUTTI I BIMBI e con l’animazione dell’azione:

  • proposta con modalità rallentata per rendere ben visibili gli atti eseguiti,
  • sottolineata verbalmente per segnarla linguisticamente,
  • reiterata per favorirne l’apprendimento.

Scopo quindi dell’intervento proposto è quello di favorire la comprensione dell’altro attraverso giochi interattivi (nei bambini più piccoli) e momenti di imitazione socio-motori da avviare in setting riabilitativo e da proseguire in ambiente domestico attraverso istruzioni ai famigliari e non ultimo di favorire lo sviluppo del linguaggio attraverso la loro codifica linguistica.
Progettazione

In ambito dei trattamenti abilitativi/riabilitativi rivolti ai disturbi dello spettro autistico, se risulta relativamente semplice definire i sintomi target sui quali indirizzare gli interventi, non lo è altrettanto, definire un rigoroso protocollo d’intervento. L’esplicitazione del progetto I.E.M. ha richiesto anni di studio. La prima fase ha previsto la selezione di una serie di azioni rappresentative del comportamento umano, che sono state oggetto di uno studio per la strutturazione di un percorso a difficoltà crescente e graduato in base ai vincoli sociali espressi.
Lo studio ha restituito un percorso costruito sulla base dei seguenti criteri:
a) vincolo sociale espresso: es: l’atto del rimprovero ha una valenza emotiva e sociale sicuramente più elevata dell’atto del bere ed è stato quindi proposto verso la fine dell’intervento. Quest’ultimo è invece proposto all’inzio del percorso ma, quando inserito in un contesto di esigenza assumendo il significato di “avere sete”, viene presentato alla fine.
b) classificazione delle azioni in categorie semantiche o in “vocabolari di atti” in cui sono inserite azioni che condividono le stesse caratteristiche semantiche:

  • vocabolario degli atti motori (camminare, prendere….)
  • registro degli atti articolatori (tutti i fonemi della lingua italiana)
  • vocabolario dei sostantivi
  • animali
  • cibi
  • abbigliamento
  • oggetti
  • vocabolario azioni comunicative (indicare, guardare)
  • vocabolario azioni sociali (abbracciare, rimproverare…)
  • vocabolario delle emozioni (paura, tristezza….)
  • vocabolario degli stati mentali 1
  • intenzioni: andare a, portare a, dare….;
  • desideri: volere…
  • vocabolario degli stati mentali 2 (credere, pensare)

Un vocabolario ben fornito riesce ad instaurare uno spazio d’azione condiviso perché gli atti osservati sono condivisi (Iavarone, 2006).

c) inserimento nelle aree di riferimento specchio: sempre secondo gli esempi precedenti l’atto del bere è stato incluso nell’area del linguaggio, mentre “avere sete” e “rimproverare” nell’area della cognizione sociale.
Il percorso si modella proprio sui processi di sviluppo della mente e del linguaggio. Può essere inserito, perciò, all’interno dei trattamenti di tipo evolutivo e relazionale per l’approccio utilizzato, anche se adoperiamo nel nostro percorso abilitativo molte tecniche di matrice comportamentale, soprattutto in fase iniziale di trattamento. Ci riferiamo, per esempio, alle agende illustrate, all’organizzazione della stanza, alla prevedibilità, tutte indicazioni molto utili se si pensa che la maggior parte dei bambini autistici ha importanti difficoltà di comprensione verbale, e quindi manca la possibilità di utilizzare il canale verbale per informarli dell’organizzazione della giornata.

Dalla cornice teorica all’intervento I.E.M.